L'articolo uscito oggi su "l'Unità".

L’articolo uscito oggi su “l’Unità“.

STALKING, NON BASTA REPRIMERE. PENSARE ALL’EDUCAZIONE

E’ molto difficile in questo momento della storia italiana riuscire a fare un po’ di chiarezza, dire parole di verità. Lo facciamo partendo da quello che sta succedendo in Parlamento su tutte le questioni che riguardano la sicurezza dei cittadini. Nel pacchetto sicurezza noi del PD, sia al Senato che alla Camera, avevamo chiesto di introdurre il reato di stalking. Loro ci hanno bocciato l’emendamento. Subito dopo l’approvazione del pacchetto sicurezza furbescamente è arrivato in Commissione Giustizia il testo del Governo sullo stalking, guarda un po’! Sul piatto ci sono sostanzialmente le nostre proposte di legge a cominciare da quella Pollastrini, che ripropongono il testo governativo approvato dalla commissione giustizia in modo bipartisan nella scorsa legislatura, e che riguardava stalking ed omofobia, e il testo presentato dal Governo a firma Carfagna che anch’esso riparte dal testo approvato nella scorsa legislatura. E’ sicuramente un fatto positivo: si parte dal nostro lavoro e lavoreremo tutte e tutti, noi del PD della commissione giustizia, per far approvare la nostra proposta. Ma, a proposito di verità, la cosa che a noi sta a cuore non è solo scrivere norme. Dietro ogni fenomeno sociale si nascondono cause, ragioni che vanno interrogate, capite. Questa è una delle grandi differenze tra centro destra e centro sinistra: non ci accontentiamo di reprimere, ma vogliamo andare alle cause dei fenomeni, guardarli senza paura, ma con l’occhio attento di chi vuole rendere migliore questa società. Per questo, vogliamo metterci in gioco e cercare di capire, non solo reprimere, il fenomeno della violenza di cui lo stalking è una delle tante espressioni che rendono impossibili le vite di tante donne, ne minacciano l’incolumità, fino ad arrivare a epiloghi drammatici come gli omicidi. Sarà che per ragioni generazionali, sentiamo che questo fenomeno ci riguarda direttamente. Riguarda infatti, i rapporti tra gli uomini e le donne nella nostra società. Questo significa per noi andare alla radice del problema. Perché non lo può negare nessuno che dietro questo fenomeno c’è tutto il disagio maschile rispetto alla libertà e all’autodeterminazione delle donne. Perché la violenza sulle donne ed in questo caso lo stalking, certamente riguarda le donne, ma “è un problema degli uomini”. Perché gli stalker sono sempre ex mariti, ex fidanzati, corteggiatori respinti, e non “minacciosi extracomunitari”. E’ questa la verità che vorremmo che venisse fuori perché è così evidente che riguarda il disagio delle relazioni tra gli uomini e le donne. Partiamo da qui allora, uomini e donne insieme, per affrontare un nuovo percorso di crescita culturale che metta al bando definitivamente la violenza sulle donne nella nostra società. E allora ci vuole un provvedimento legislativo, come quello Pollastrini e altri, che non si preoccupi solo, come è giusto che sia, di reprimere, ma di educare, di costruire una cultura del rispetto della libertà delle donne. E tutto questo si fa in molti modi e in molti ambiti della società. Si fa applicando l’articolo 3 della Costituzione, costruendo le condizioni per la piena valorizzazione umana delle cittadine italiane. I più grandi economisti del mondo come Amartya Sen e Muhammad Yunus ci dicono come per lo sviluppo delle società moderne, la premessa fondamentale sia la libertà femminile. Diamogli retta per una volta!

Anna Paola Concia - Anna Rossomando

Deputate PD Commissione Giustizia Camera

Paola Concia

Paola Concia

Abruzzese di nascita, mi sono laureata presso La Facoltà di Scienze Motorie de L'Aquila. Il mio impegno in politica ha avuto inizio negli anni ottanta nel Partito Comunista Italiano, poi nei Democratici di Sinistra e in seguito nel Pd, di cui attualmente sono membro della Direzione Nazionale.

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