Oggi su "l'Unità"

Oggi su “l’Unità“

OMOFOBIA. Serve una legge per difendere i gay 

ANNA PAOLA CONCIA è stata nominata relatrice della proposta di legge anti-omofobia dalla presidente della Commissione Giustizia (Pdl). Oggi inizia la discussione. Concia, Pd, vuole far emergere una maggioranza trasversale 

di Delia Vaccarello 

Scrivi omofobia, leggi odio. I reati commessi contro le persone di orientamento omosessuale o contro le persone trans sono dettati dall’odio, ma in Italia non sono puniti. Il termine omofobia potrebbe fuorviare, non si tratta né di paura né tanto meno di fobia, solo di aggressività – pensieri e comportamenti connessi – nei confronti di chi ha un orientamento omosessuale. La molla? Chi non è etero va punito, forse perché portatore di un’inquietudine, di un interrogativo sulla identità sessuale dell’aggressore che risulta intollerabile.È un po’ come aggredire un nero per il fatto che non è bianco: assurdo, ma è successo, e succede ancora. Da anni la gente omosex, inclusi molti eterosolidali e trans, chiede l’estensione della legge Mancino, che punisce le aggressioni commesse per motivi religiosi o razziali, anche a coloro che sono perseguitati in quanto gay e lesbiche. Oggi Anna Paola Concia, deputata del Partito democratico, ne parlerà in Parlamento, in quanto prima firmataria della proposta di legge sul tappeto. Ha ricevuto dalla presidente della Commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno, esponente della maggioranza, l’incarico di relatrice. Non succede in genere, con questa maggioranza. Un segno di apertura? Fumo negli occhi, afflato democratico o tendenza a colmare i vuoti lasciati dal centro-sinistra? E in quale scenario culturale e politico inizia l’iter della discussione? Risponde Anna Paola Concia.

Onorevole Concia, perché l’Italia ha bisogno di una legge contro l’omofobia?

“È una questione di civiltà, stiamo tornando indietro. È la realtà anche se può non piacere, e di certo non piace a questa maggioranza”.

Eppure c’è chi dice che non ci sono più tabù, né discriminazioni. Indietro in che senso: nella mentalità? Avvengono più aggressioni?

“Le aggressioni nei confronti di gay e lesbiche sono aumentate. È cresciuto un clima di ostilità nei confronti del diverso in genere – gay, trans, immigrato…- Il centro-destra sta alimentando la paura dello Straniero e l’idea che ci si debba difendere chiudendosi. A Roma, siccome governa Alemanno, molti si sentono legittimati a scrivere sui muri brutti froci. In estate ci sono state otto aggressioni”.

Onorevole, l’omofobia non si debella in un giorno. Il centro sinistra che cosa ha fatto secondo lei?

“L’omofobia in Italia cresce da anni. Il centro sinistra non ha saputo costruire una cultura alternativa”.

Ha vinto l’Italia intollerante?

“L’Italia anche all’estero è vista come un paese impaurito e chiuso in se stesso, cosa che ci danneggia anche economicamente”.

Lei crede che le 3 T, talento, tolleranza, tecnologia, siano un tris vincente e che le società tolleranti siano capaci di costruire futuro?

“Solo le società inclusive che promuovono giovani, donne, immigrati e omosex sono portatrici di sviluppo. Lo hanno capito tutti tranne noi”.

Come risponde il centro sinistra a quella che definisce “la paura dello straniero”?

“Innanzitutto non alimentandola e ristabilendo lo stato di diritto, la Giustizia deve fare un lavoro enorme. Ancora, la paura si debella attraverso la conoscenza: il vicino di casa, il giornalista, il medico, sono omosessuali, sono cittadini. Dunque occorrono politiche sociali che favoriscano la comunicazione e azzerino l’ignoranza”.

La legge contro l’omofobia apre la strada al rispetto?“

L’accettazione passa attraverso le leggi. Una legge che mette in atto misure contro reati omofobici dice che le persone omosessuali sono destinatarie di rispetto. La legge Mancino avendo escluso gay, lesbiche e trans, dallo stato di vittime di reati, li ha resi vittime una seconda volta. In primo luogo sono vittime e non c’è una legge che li tutela, e in più la legge in vigore contro i reati di odio non considera le aggressioni omofobiche reati di odio. La legge Mancino ha fatto una gerarchia delle vittime, tagliando fuori gli omosex”.

Lei ha presentato tre proposte contro l’omofobia, oggi si discute quella più semplice, e cioè l’inclusione nel testo della “legge mancino” della discriminazione per ragioni di orientamento sessuale e identità di genere. Quale sarà la sua strategia?

“In primo luogo de-ideologizzare la questione, voglio creare una puntare a fare emergere una maggioranza trasversale. Se i gruppi più ideologici mi sbarrano la strada, non importa”.

Nella scorsa legislatura la Binetti, sua compagna di partito, si oppose. Cosa accadrà adesso?

“Se mi faccio condizionare avremo una brutta legge. Cercherò di riunire tutte le persone laiche e democratiche che possono far crescere questo paese”.

A quali nomi pensa?

"Della Vedova, Mussolini, Lorenzini, Fini, Bongiorno, Vito, Prestigiacomo, Brunetta e Rotondi… Nel gruppo Pd ho totale fiducia”.

Perché Giulia Bongiorno l’ha nominata relatrice?

“La destra è indietro in quanto a cultura politica su questi temi. Bongiorno ha dato un segnale di apertura, avrebbe potuto limitarsi a mettere la proposta di legge all’ordine del giorno”.

Crede che la destra stia tentando di occupare i posti vuoti lasciati dal centro sinistra? Mi riferisco alla proposta sulle unioni di fatto Brunetta-Rotondi di cui si è ventilato, ma ancora senza nessuna concretezza.

“È indubbio che la sinistra non ha fatto il salto di qualità che molti si aspettavano. Oggi ci auguriamo di portare avanti la legge convinti che possa passare solo trasversalmente. La Destra non ha un testo anti-omofobia, la spinta viene dal Partito Democratico”.

Onorevole Concia, ce la farà a fare approvare in Italia una legge anti-omofobia?  

“La partita si vince all’ultimo game, basta un solo colpo a volte, l’ultimo, per farcela. È una strada lunga che voglio percorrere fino in fondo con una certezza: io scendo in campo per vincere”. 

"La Destra rafforza il clima di ostilità nei confronti del diverso: gay o straniero"


Paola Concia

Paola Concia

Abruzzese di nascita, mi sono laureata presso La Facoltà di Scienze Motorie de L'Aquila. Il mio impegno in politica ha avuto inizio negli anni ottanta nel Partito Comunista Italiano, poi nei Democratici di Sinistra e in seguito nel Pd, di cui attualmente sono membro della Direzione Nazionale.

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