Il mio intervento all'incontro con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Il mio intervento all’incontro con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Caro Presidente Napolitano,

la devo innanzitutto ringraziare per aver voluto celebrare anche in Italia la
6° giornata internazionale contro l’omofobia. Non è un ringraziamento formale,
è il ringraziamento di chi sa che le sue parole sono le parole di cittadini e
cittadine italiani senza diritti e senza voce. La prenda come una voce corale
la mia, la mia è la voce di tutti. Di quelle tante donne e uomini che vogliono
vivere alla luce del sole, senza paura.

Ma anche quella dei cittadini e le cittadine che hanno a cuore un paese
migliore, migliore perché inclusivo, perché rispettoso di chi è diverso. Un
paese in cui la piena cittadinanza di omosessuali e transessuali sia uno dei
valori condivisi.

Oggi è un momento storico per noi omosessuali e transessuali italiani. Il
NOSTRO Presidente della Repubblica celebra con NOI e per NOI la 6° Giornata
Internazionale contro l’omofobia. Con le associazioni qui presenti che sono
espressione della vasta comunità omosessuale e transessuale italiana.

Una giornata che la Comunità Europea ha voluto istituire con grande
determinazione. E oggi per la prima volta anche il nostro paese celebra in modo
solenne questa giornata nella quale voglio innanzitutto ricordare le tante
vittime della violenza omofoba e trasnfobica.

Ogni giorno Presidente lei ci ricorda e ci insegna quanto sia importante per
la vita di ogni cittadino ispirarsi all’Europa, rispettare e dare piena
attuazione alla nostra Carta costituzionale.

Noi siamo uno dei paesi fondatori la Comunità Europea e con essa condividiamo
quell’insieme di principi che ci fanno europei. Uno di questi è il principio
della non discriminazione di omosessuali e transessuali scritto in tutti i
trattati comunitari, ma soprattutto nel trattato di Lisbona: la Costituzione
Europea. Ogni paese ha il dovere di rispettare questi principi e di promuovere
azioni di carattere legislativo e culturale affinchè anche gay, lesbiche e
trans possano vivere liberi dalla violenza, dal pregiudizio e nella piena
uguaglianza e cittadinanza. Questo è il senso di questa giornata: ricordare,
invitare, sollecitare.

Per me che sono parlamentare della Repubblica italiana rispettare la
Costituzione significa seguirne i percorsi, quei meravigliosi cammini dentro i
quali i nostri padri fondatori ci hanno guidato e ci guidano ancora. I cammini
della costruzione quotidiana di ciò che ci tiene insieme, che ci fa comunità.
Una comunità dove si rispettano doveri e diritti, per tutti, nessuno escluso.

Ma il nostro Parlamento un pezzo di strada lo deve ancora fare, quello dell’
approvazione di una legge contro l’omofobia e la transfobia.  E’ un traguardo
importante che ha visto nell’ottobre scorso una battuta d’arresto. Il traguardo
dovrà arrivare, ce lo chiede il senso profondo di una democrazia che deve
tendere alla eliminazione delle disuguaglianze. E’ dovere del Parlamento
guidare i percorsi del rispetto, della lotta al pregiudizio e alla violenza.

Come è dovere del Parlamento seguire i suggerimenti della Corte
Costituzionale. Nel mese scorso la nostra massima corte ha emesso una sentenza
che afferma (secondo i dettami dell’articolo due della costituzione) che le
coppie omosessuali  devono avere un riconoscimento giuridico e che questo
spetta al Parlamento.

Il Parlamento italiano ha molto lavoro da fare per rispondere non solo a ciò
che l’Europa ormai ci chiede da decenni, ma per essere all’altezza di un
compito: quello del rispetto della vita e della dignità dei suoi concittadini.

Questo compito a mio parere, avendo a che fare con principi fondanti, dovrà
essere assolto tutti insieme, e oggi Presidente grazie a lei noi ci sentiamo
per un giorno cittadini come tutti gli altri.

Che oggi sia l’inizio di una nuova stagione per i diritti

 

Paola Concia

Paola Concia

Abruzzese di nascita, mi sono laureata presso La Facoltà di Scienze Motorie de L'Aquila. Il mio impegno in politica ha avuto inizio negli anni ottanta nel Partito Comunista Italiano, poi nei Democratici di Sinistra e in seguito nel Pd, di cui attualmente sono membro della Direzione Nazionale.

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