Omofobia, legge affossata. Polemica su Binetti

Maggioranza e Udc votano una pregiudiziale di costituzionalità che fa decadere il provvedimento. La teodem nel mirino del Pd. Alcuni "finiani" con l'opposizione
 La legge sull’omofobia, di cui è relatrice Paola Concia (Pd), è stata affossata alla Camera. La
 maggioranza e l'Udc votano una pregiudiziale di costituzionalità che fa decadere il provvedi-
 mento che chiedeva maggiori protezioni per gli omosessuali. In precedenza l’aula di Montecito-
 rio aveva respinto a sorpresa la proposta di rinvio in commissione avanzata dalla Bongiorno.
In giornata, otto deputati del Pdl, in un comunicato congiunto a Montecitorio, avevano espresso la loro disapprovazione per il testo, che voleva introdurre l’aggravante della discriminazione sessuale per le aggressioni personali. Lega, Pdl e Udc avevano chiesto che il testo tornasse in commissione Giustizia per un più approfondito esame del testo. Ma la proposta non ha ottenuto la maggioranza dei deputati. Contro il rinvio in commissione Giustizia hanno votato sia i deputati Pd che dell’Idv, ma anche numerosi deputati del Pdl.
La questione pregiudiziale dell'Udc è stata approvata con 285 voti a favore, 222 contrari e 13 astensioni. «L'omofobia si combatte potenziando il controllo del territorio - ha spiegato Roberto Rao dell'Udc motivando la pregiudiziale -, educando al rispetto, dando risorse alle forze dell'ordine e non aggiungendo altre categorie di reato. Avremmo finito per discriminare indirettamente chi non vi rientra come le persone anziane, anche loro soggetti deboli, spesso vittime di violenze. Che senso ha legiferare in questo modo?».
Nella maggioranza, nove deputati - alcuni fedelissimi di Fini in particolare - hanno votato contro la pregiudiziale di incostituzionalità: si tratta di Italo Bocchino, Carmelo Briguglio, Giuseppe Calderisi, Benedetto Della Vedova, Chiara Moroni, Flavia Perina, Mario Pepe, Roberto Tortoli e Adolfo Urso. Nel Pdl anche dieci astensioni, tra cui quelle dei ministri Elio Vito e Gianfranco Rotondi e della presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno.

Dopo la bocciatura è scoppiato il tutti contro tutti. Anna Paola Concia è uscita furibonda dall'aula della Camera, prendendosela con il Pdl perchè «ha detto bugie», ma anche con il suo gruppo, che «senza avvertirmi ha cambiato idea e ha votato contro la possibilità di tenere in vita questa legge con il suo ritorno in commissione. Mi vergogno di far parte di questo Parlamento».
La versione della maggioranza è un'altra: era stato raggiunto un accordo «per rimediare ai vizi di costituzionalità della norma, rinviandola all'esame della commissione e arrivando in tempi brevissimi a riportare il testo in aula». Ma violato il patto, dicono dal Pdl, «anche noi abbiamo votato contro». Il segretario del Pd, Dario Franceschini, non ci sta però:
«Il dato politico è che la destra e l'Udc hanno affossato il provvedimento contro l'omofobia. Noi abbiamo votato contro il rinvio perchè non ci è stato garantito dalla maggioranza un impegno su tempi».

Ma la bocciatura della "legge Concia" scatena le critiche nel Pd e nel mirino c'è la teodem Paola Binetti, la quale ha votato con il centrodestra la pregiudiziale di costituzionalità. All'attacco il suo segretario d partito, Dario Franceschini: «È un problema, un signor problema. La legge è stata bocciata dalla destra ed è una vergogna, perché dopo che tanti esponenti della destra si erano detti disponibili a norme contro l'omofobia, che non dovrebbero avere colore politico, hanno votato compatti insieme all'Udc per bloccarle. La risposta che si dà agli omosessuali è che la legge non si fa, dovrebbero vergognarsi».
La diretta interessata risponde alle critiche: «Per come era formulata la legge, le mie opinioni sull'omosessualità potevano essere individuate come un reato... le mie e quelle di molte altre persone. Il testo era ambiguo, io ho votato per rinviarlo in commissione e migliorarlo ma la richiesta di rinvio è stata bocciata. C’era un'ambiguità che giustificava le mie riserve».

MOMENTO SERA 13 ottobre 2009

Paola Concia

Paola Concia

Abruzzese di nascita, mi sono laureata presso La Facoltà di Scienze Motorie de L'Aquila. Il mio impegno in politica ha avuto inizio negli anni ottanta nel Partito Comunista Italiano, poi nei Democratici di Sinistra e in seguito nel Pd, di cui attualmente sono membro della Direzione Nazionale.

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